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Il territorio comunale di Alessandria può vantare un’elevata concentrazione di edifici in terra cruda. Le due tecniche costruttive tradizionali della zona, attualmente cadute in disuso, erano due: la prima utilizzava murature monolitiche collegate da chiavi lignee interne alla massa muraria e consisteva nella compressione (battitura) di terra argillosa in casseri; la seconda consisteva nell’uso del mattone di terra compressa formato a mano in appositi stampi, senza l’aggiunta di fibre vegetali, per la realizzazione di murature costituite da elementi modulari.Il crudo è ancora presente in edifici del centro storico cittadino ma la maggior parte di questo patrimonio va annoverato in ambito rurale. La zona territoriale maggiormente interessata dal crudo è la Fraschetta.
Non è possibile stabilire con esattezza il numero di edifici realizzati in terra cruda perché sia le costruzioni rurali che punteggiano il territorio che gli edifici costituenti il tessuto urbano di interi sobborghi risultano realizzati con questo materiale.
Dal punto di vista tipologico, le forme compositive adottate in Fraschetta sono semplici, regolari, strettamente legate alle necessità funzionali della costruzione e modulari. I principali tipi di edifici sono il cascinotto, la cascina e le case d’abitazione, inquadrati sullo schema della casa a corte di stampo romanico.
La Regione Piemonte attraverso la Legge Regionale 16 gennaio 2006, n. 2 Norme per la valorizzazione delle costruzioni in terra cruda ha fornito un sostegno alle attività di censimento, ricerca e formazione oltre ad erogare contributi per interventi di recupero destinati ai proprietari dei fabbricati in terra cruda.
Il Manualetto pratico illustrato dell’Architettura in terra cruda riferito al caso alessandrino deve essere pertanto inteso, senza particolari ambizioni, come un primo tentativo da parte del Comune di Alessandria di fornire alla popolazione un’informazione sulla tecnologia, sulle modalità di intervento più congrue e sulle possibilità future di questo affascinante materiale. La presente pubblicazione potrà, anzi dovrà, essere integrata, variata e migliorata, in base agli sviluppi tecnologici che i tecnici e le imprese decideranno di perseguire e segnalare all’Autore nei prossimi anni, nel rispetto della conservazione e, al contempo, dell’innovazione. Insomma, questa piccola pubblicazione tende a formare piuttosto che a rimproverare chi opera in questo campo, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica alla conservazione dei manufatti piuttosto che proporre l’imposizione d’amblé di un vincolo architettonico sulla totalità degli edifici aventi murature in terra cruda (proposta per altro neppure contemplata nel testo di Legge Regionale), inaugurando finalmente, e si spera, una nuova epoca non più basata sullateoria ma sulla pratica.